Diplomata all'istituto d'arte di Trento, impegnata professionalmente nell'ambito del sociale in qualità di animatore, è costantemente legata al mondo dell'arte visuale attraverso corsi formativi nelle divrse discipline, quali il disegno, l'acquerello, l'olio, l'acrilico e l'incisione. Quest'ultima viene approfondita nelle sue varie forme di espressione, dell'acquaforte alla puntasecca, dall'acquatinta alla ceramolle. A tale espressione G.P. alterna quella dell'olio su tela e dell'acquerello, dando seguito ad una vasta produzione di opere. Numerose le partecipazioni a mostre collettive e concorsi. Dopo una segnalazione con una menzione speciale ad u n concorso dedicato al A.Dürer, nel 2005 la Pojer ottiene il secondo premio ad un cncorso nel Comune di Tuenno ed il primo premio l'anno successivo. Nel 2006 l'artista vince un'estemporanea nel comune di Flavon.
DONNA DELLA TERRA E DEL CIELO di Lorenza Biasetto
Trovo l’opera di Giuliana Pojer essenzialmente femminile. Molto femminile. Una femminilità che pervade contenuti e forma, soggetti e tratto. Così come femminile è lei persona, allo stesso tempo dolce e decisa, affabile e risoluta, amabile e caparbia.
Ho conosciuto Giuliana in una delle tante iniziative che la vedono impegnata ed attiva nel sociale, organizzatrice di concerti e simposi canori per appassionati di gospel. Volontariato e arte trasformano il suo tempo libero in un vortice di laboratori e stimolanti incontri, opportunità di crescita per lei e per chi la circonda, tanto più preziosi in una valle, come la sua natìa, che anela ad aperture culturali anche internazionali.
Uno spirito gentile, cui corrisponde un DNA tenace di montagna, che affonda forti radici in una cultura fatta di resistenza e sacrificio, in una zona impervia di montagna che solo oggi si sta riscattando con intelligenza e fatica da un duro passato di emigrazione ed economie di sussistenza.
Uscire dalla valle, studiare e tornarvi per viverci è stato un percorso tutt’altro che scontato per Giuliana, ma, ad un certo punto della vita, si avverte il bisogno di interrare quelle radici, ancorare bene la pianta al suolo, per poi librare i rami al cielo e caricarli di frutti.
Una pianta-vita forte, quella di Giuliana, la cui linfa vitale è viaggio, studio e lavoro, mentre quel vortice frenetico di esperienze culturali rappresenta gli zuccheri per fiorire e dare frutto. E come le radici abbracciano possenti la terra brulla, così i rami tendono al cielo in un respiro rilassato.
Insomma, in Giuliana convivono due anime, quella della terra e quella del cielo: la prima, forte, pratica, dei suoi avi; la seconda, quella delicata di una donna matura e consapevole, che ha ottenuto dalla vita ciò che cercava, e che ora gode del piacere delle cose belle, progettando il proprio futuro con i piedi saldi al suolo ed un forte desiderio di armonia.
E le due dimensioni, così femminili nella loro combinazione, tornano evidenti nel percorso artistico: una forte attitudine a sperimentare nuove tecniche, con il piacere, delle mani e dei muscoli, di incidere, grattare, spalmare, sovrapporre, pressare, e tutte quelle azioni concrete che attengono ad una propensione pragmatica; e, allo stesso tempo, la leggerezza dell’arte, la scelta dei soggetti, il gusto del colore, l’armonia delle forme, la grazia del tratto.
La terra sotto. Il cielo sopra. E a congiungerli una rigogliosa pianta. La pianta, del resto, è femminile per definizione, come lo era in latino e continua ad essere in molte indoeuropee. Per chi conosce Giuliana e la sua opera, la metafora dell’albero non corre il rischio di essere retorica: non solo la sua produzione artistica è piena di natura, ma l’immagine di ceppaie, arbusti, tronchi, rami, foglie e frutti ricorre frequente, animandosi di vita e trascendendo la mera descrizione didascalica.
Gli stessi studi still life dei frutti, che significativamente Giuliana aborre chiamare “nature morte”, sono una generosa concentrazione di vita, e le pere, le mele, i limoni sul tavolo appaiono succulenti e gustosi, pronti per essere addentati e succhiati.
Le piante sono quelle delle sua valle: la vite, il castagno, il melo e qualche girasole. Paesaggi di pendii vitati, dove la natura e l’armonia sono protagoniste, anche quando l’uomo è intervenuto a modificare il territorio con architetture rurali in perfetto equilibrio di proporzioni e forme con l’ambiente circostante.
Ma è nei ritratti di donne che la femminilità di Guliana Pojer si manifesta in tutta la sua forza e dolcezza: ragazze, amanti, giovani madri con i loro bambini. Corpi sensuali e sguardi consapevoli. Con loro si apre questo volumetto e con loro si chiude, passando dal crudo segno delle incisioni all’intensità del colore ad olio, dalla forza della terra, madre per antonomasia, all’armonia del cielo e dell’amore.